Un nuovo progetto editoriale nasce proprio a Pistoia, la città che ti vede Sindaco, e sarà una finestra su storie e professioni, di tradizioni da raccontare.
Cosa ne pensi?
“Una delle cose più belle del mio ruolo, che porterò con me per sempre, è quella di aver avuto la possibilità di conoscere la città. ‘Conoscere la Città’ non significa solo in senso culturale, o i monumenti storici, ma proprio conoscere le storie delle persone e delle aziende, tantissime eccellenze in ogni campo, che esportano nel mondo prodotti stupendi e sono figli di storie lontane, di coraggio di imprenditori e imprenditrici. Sicuramente non hanno nulla da invidiare a tante altre città italiane, e sarà un piacere anche per loro vederle porle in evidenza su di una rivista specializzata.”
Pistoia ed un nuovo magazine, che vuole raccontare di tanti personaggi che spesso sono messi in disparte, può essere utile?
“Sono sempre contento quando nasce una iniziativa editoriale, specie grazie ai nuovi mezzi di comunicazione che lo permettono. Più dibattito c’è, più giornalismo c’è, meglio vive la democrazia e la città, le città tutte diciamo. L’informazione per me è un grande valore che saluto sempre con caloroso consenso.
Dietro ad un giornale ci sono tante persone che si adoperano al meglio, il Direttore, i giornalisti, esperti di comunicazione, e un’azienda che investe sui giovani. L’importante è proprio dare ai giovani opportunità, grazie a formazione e possibilità di sviluppo nelle aziende, per creare start up e posti di lavoro.”
Pistoia futura: quali obiettivi e quali prospettive?
“Svolgo un ruolo pro tempore di Sindaco, grazie all’elettorato pistoiese, e posso dire due cose su questo: Pistoia da una parte deve conservare la sua storia, ciò che riesce ad intercettare proprio in quel turismo che apprezza il Vero più che qualcosa di edulcorato e non appartenente alla città stessa. Chi viene qui, deve respirare autenticità e tradizioni, deve vivere ogni angolo e zona della città ammirandone qualità e tranquillità della vita, che è la nostra forza in una società di corsa. Dall’altra, dico anche che la città deve alzare l’asticella delle sue aspettative, deve avere ambizioni.”
Quali?
“Quelle di attrarre investimenti, anche nuove aziende tecnologiche che aprono attività, consolidare realtà di eccellenza, e penso al settore metalmeccanico, e ferrotranviario. Penso che si possano sviluppare anche nuove linee di attrazioni, come un turismo sportivo con impianti che possono dare risposte a questo ambito importante, che faccia crescere la comunità anche dal punto di vista sociale, di aggregazione e di salute, specie nei giovani. Penso allo sviluppo Green. A Pistoia c’è il settore vivaistico che è importante e la città può tracciare la rotta verso il tema della riqualificazione urbana. Non servono voli pindarici, serve crescere nelle proprie ambizioni, con i piedi per terra ma con lo sguardo attento a caratterizzare la città per i ruoli che ha. E che potrà così sempre più avere.”
Interazione tra pubblico e privato, tra Istituzione e realtà imprenditoriali, può essere davvero la chiave di volta, innovativa per una migliore realizzazione della città del futuro?
“Questa è una filosofia che condivido interamente. Vero è che le scelte calate dall’alto vengono respinte perché mal comprese dal territorio, e quindi poi disperse. La cosa più importante, al di là di quanto già detto, è che ce lo chiede proprio quel mondo dove stiamo andando. Parlando di nuovo della città, posso dire che talvolta pare parcellizzata, ancora divisa tra bianchi e neri, quando invece occorre unire le forze, tra tutte le forze in campo, produttive e formative, per i giovani e lo sviluppo di una città del futuro più innovativa. Fare le cose insieme, ognuno con il proprio ruolo, è una sfida globale, non solo di Pistoia, ma è inevitabile percorrere questa strada.”
Pistoia e i giovani, quali prospettive?
“Siamo un paese nel quale c’è un forte invecchiamento, i giovani sono sempre meno, ed è un segnale impossibile da cogliere per cambiare le cose. Il nostro territorio può invertire la tendenza, lo può fare, se ci vede uniti insieme nell’ambizione di un futuro diverso. Come? Nel fare formazione, creare professioni nuove, nell’attrarre investimenti, mano d’opera specializzata. Attrarre anziché respingere.
Capacità di dare quella svolta necessaria, che sicuramente un’azienda da sola non può fare, ma i Distretti, l’unione delle aziende, della Provincia, delle Fondazioni e l’Unione delle Istituzioni che pensano ai piani strategici di sviluppo, ed un pensiero collettivo, condiviso riuscirebbero a fare. Ciò vale per tutte le città, non solo la mia, ovviamente.
Ecco perché questo nuovo progetto editoriale W&S Mag, a cui rivolgo i miei auguri, ritengo sia importante, ed una bella iniziativa, perché riguarda molto di quanto detto: innovazione, grazie ai mezzi digitali che oggi abbiamo, e professioni di eccellenza, un Direttore e una squadra di tanti giovani, che sapranno scovare, e cogliere ogni ‘storia’ importante da raccontare per parlare di bellezza, e perché no, anche di speranza. In bocca al lupo a tutti!”
Antonella Gramigna

